Quanto tempo può stare accesa una stufa a pellet?

Sempre più diffuse nelle nostre case, le stufe a pellet garantiscono un'ampia resa calorifero. Ma quanto possono stare accese? Scopriamolo insieme in questo articolo.

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Le stufe a pellet sono apparecchi sempre più diffusi grazie ai tanti vantaggi che sono in grado di apportare.  Rappresentano infatti una buona alternativa ai combustibili fossili e allo stesso tempo garantiscono anche un elevato potere calorifero.  Anche alla luce dello sviluppo di canali commerciali specifici, come la vendita all’ingrosso pellet.

È utile però conoscere tutte le informazioni per ottimizzare l’utilizzo di una stufa a pellet. In particolare, è opportuno conoscere la quantità di tempo nel quale una stufa può rimanere accesa. Sarà proprio questo quindi l’oggetto di questo articolo: quanto tempo può stare accesa una stufa a pellet? Scopriamolo insieme. 

Stufe a pellet: cosa fare prima di accenderla

Prima di vedere quanto tempo può restare accesa una stufa a pellet, è necessario conoscere una serie di fattori. Innanzitutto, quando si accende l’apparecchio è opportuno impostare la massima potenza e, in un secondo momento, regolare anche il termostato alla temperatura che si intende adottare.  Quando la stufa raggiungerà la temperatura desiderata tenderà a diminuire la potenza, in maniera tale da ottenere un consumo minore del pellet. Per effettuare tale operazione bastano pochi secondi: i modelli di nuova generazione sono dotati di appositi pannelli di controllo dal quale poter impostare la temperatura e gestire tutte le funzionalità in maniera rapida. Tale dispositivo, oltre a consentire di monitorare la stufa, permette anche di evitare sprechi

Stufa a pellet: quanto tempo può rimanere accesa

 Solitamente le stufe a pellet che hanno un combustibile pieno hanno una durata di circa 14 ore. Tuttavia, tale valore può variare a seconda di diversi fattori e può essere  inferiore o può arrivare anche a 40 ore. Ma da cosa dipende il valore? Ad incidere sul corretto funzionamento della apparecchio ci sono numerosi elementi, come ad esempio i kW necessari per riscaldare l’ambiente, la qualità del pellet e la temperatura dell’apparecchio. Inoltre, influenza la durata anche la corretta manutenzione della stufa. A tal proposito, è necessario suddividere la pulizia delle stufe in ordinaria, da effettuare almeno una volta a settimana, e in straordinaria, da effettuare una volta all’anno o ogni semestre. 

La manutenzione ordinaria prevede la pulizia del braciere, del cassetto porta cenere e una pulizia interna ed esterna del vetro. Possono bastare anche un semplice bidone aspiracenere  e uno strofinaccio.  La pulizia straordinaria, invece, essendo più complessa richiede spesso l’intervento di tecnici. Ad ogni modo, essa consiste nel pulire lo scambiatore termico, la canna fumaria e i condotti di scarico del gas. 

In entrambi i casi è bene ricordare di spegnere la stufa prima di procedere con la manutenzione e aspettare che tutti gli elementi che la compongono siano freddi. 

Gli ambienti da riscaldare più ampi richiedono una potenza maggiore dell’apparecchio. Pertanto, per capire quanto può durare la stufa sarà necessario capire preliminarmente quanto ampia è l’area da riscaldare della propria casa. In caso di spazi ampi, può essere opportuno indirizzarsi sull’acquisto di modelli specifici, come le stufe a pellet ad aria, a cui è possibile aggiungere dei bocchettoni dotati di ventole per diffondere il calore in tutti gli angoli della casa e dei sistemi di canalizzazione. In alternativa possono funzionare anche delle stufe a pellet idro. 

Tuttavia, un fattore fondamentale che permette una lunga durata di una stufa a pellet è la qualità  del materiale. Ma come riconoscere un buon pellet? Innanzitutto, è necessario guardare con attenzione i valori riportati sull’etichetta del sacco. In particolare, bisogna controllare il tasso di umidità, che non deve mai superare il 10%  altrimenti significa che il potere calorifero è molto basso. Inoltre, bisogna verificare i residui fissi di cenere, ovvero lo sporco che si forma all’interno dell’apparecchio. Il valore in quest’ultimo caso non deve mai superare il 1%. Ovviamente bisogna poi controllare il potere calorifero, che deve attestarsi intorno ai 4,5 e 5 khw kg, e la presenza di certificazioni. In Italia la più importante è la certificazione EnPlus. Può essere altrettanto utile verificare la forma del pellet: un materiale di buona qualità è solitamente uniforme e regolare e non è troppo resistente.

A quanti gradi impostare la stufa

Impostare la stufa a pellet ad una temperatura alta comporta un alto consumo del pellet e una minore autonomia della stufa.  In altre parole, più alto sarà la temperatura impostata meno sarà il tempo di durata dell’apparecchio. Inoltre così facendo si aumenta anche l’inquinamento, poiché si produce più CO2. In via generale, è opportuno inserire una temperatura che non supero i 22 gradi, in maniera tale  da ottimizzare l’efficienza della stufa. 

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